Questo libro ha come protagonista Charlie Chaplin ormai ottantenne che ha ancora un figlio piccolo e vorrebbe vederlo crescere. In una sera di Natale la Morte va a trovarlo per portarlo con sé, il suo tempo è giunto alla fine. Ma proprio per il figlio, Chaplin si aggrappa ancora una volta al suo talento per poter scacciare la Morte ancora per un altro Natale. Per raggiungere il suo intento fa una scommessa con la signora con la falce: se riuscirà a farla ridere se ne andrà e tornerà il Natale successivo. Tale scopo non è facile da raggiungere, Charlot non è in forma come una volta, non riesce a farla ridere con i suoi numeri tuttavia con goffaggine, inciampando nel suo corpo, la Morte ride a crepapelle e se ne va sconfitta. Durante lo spazio che intercorre tra una morte e l’altra, Charlie Chaplin scrive una lunga lettera al figlio e racconta la sua vita dall’infanzia umile, all’esordio sul palcoscenico e a tutto ciò che nel mezzo porta l’artista, con molte disavventure e facendo molti mestieri, ad affermarsi nel cinema muto. Sorprendente! Un aggettivo meritevole per un romanzo ben scritto e piacevole da leggere. L’ho letto già due volte. Sono quei libri che io definisco poetici, ogni frase apre un mondo. Leggendo ogni singola pagina ho avuto la sensazione di guardare un film e, in bianco e nero. Viene voglia di leggerlo ancora una volta.
Elena Antonini