“Aveva sempre avuto l’abitudine di andare incontro a ciò che c’era da incontrare, non di aspettare inerte ciò che poteva avvicinarsi.”
Due celebri ex ranger, Call e Augustus, hanno deposto le armi ormai da anni e vivono un’esistenza pacifica a Lonesome Dove, una cittadina del Texas in una terra semidesertica al confine con il Messico. Un giorno, arriva in paese un vecchio compagno di avventure che propone loro un progetto per fare finalmente fortuna: radunare un gruppo di uomini, cavalli e bovini e trasferirsi nell’ancora incontaminato Montana. Stanchi e annoiati della loro vita sedentaria, Call e Augustus trovano davvero un gruppo di cowboys e una mandria di cavalli e mucche e partono per attraversare gli Stati Uniti dall’estremo Sud all’ancora tutto da costruire Nord. Il racconto ovviamente non manca di avventura perché il viaggio sarà pieno di situazioni pericolose, tra siccità, risse, indiani violenti e animali selvatici. Ma ciò che mi ha davvero colpita è l’approfondimento che l’autore fa sui personaggi (sia i due protagonisti, sia i cowboys in viaggio con loro, sia persone in qualche modo legate all’avventura principale), concentrandosi sulle loro personalità, sul loro passato e sui loro sentimenti. Ero convinta, prima di leggere questo romanzo, che il genere western fosse prettamente maschile, invece la storia è stata capace di coinvolgere anche una femminuccia come me grazie anche a uno stile spesso ironico e divertente. Sono quindi molto contenta di aver letto questo Premio Pultzer (vinto nel 1986), capace di appassionare per le avventure mozzafiato raccontate, ma anche di emozionare per l’empatia che si viene a creare con tutti i personaggi.
Alessandra Micelli