Questo è un romanzo che entra a pieno titolo nel genere thriller, e le indagini sono portate avanti da Selma Falck, personaggio creato dalla abile e sapiente penna di Anne Holt, scrittrice norvegese ed ex- ministro della Giustizia del Paese scandinavo. Specifico chi è la Holt perché la sua cultura e la pignoleria di certi dettagli si palesano pagina dopo pagina. La storia inizia con uno sparo tra i tavolini di un bar all’aperto, quello sparo uccide Linda Bruseth, che è non solo amica di Selma ma anche membro di secondo piano del parlamento ed ex-nazionale di pallamano. Questo sparo uccide Linda e colpisce anche Selma. Chi era il vero bersaglio? Selma si convince di essere il vero bersaglio perché, a pensarci bene, Linda ha compiuto all’ultimo momento un movimento brusco per afferrare un bicchiere che stava cadendo. Selma fatica ad occuparsi di questo caso perché al momento la sua vita è piena di casini: deve resistere alla sua dipendenza dal gioco, deve recuperare il rapporto con la figlia, vuole avere un rapporto con suo nipote ed ha a che fare pure con uno stalker, che entrando dentro casa lascia segni che si riferiscono alla sua infanzia che nessuno pare conoscere tranne lei. La polizia si convince presto che il bersaglio dell’attentatore fosse proprio Linda Bruseth anche grazie ad altri omicidi eccellenti che a prima vista sembrano inspiegabili. Suo malgrado Selma Falck si trova invischiata nelle indagini non solo sugli omicidi e lo stalker, ma anche su una scabrosa e misteriosa vicenda che riguarda i servizi sociali e il suo amico giornalista Lars Winther che ha ereditato i file cifrati di un collega morto in un incidente stradale. Lo sparo è un romanzo complesso che sembra disperdersi in mille rivoli, ma che alla fine troverà un filo conduttore che darà un senso a ogni cosa. Lo sparo si rivela un giallo coinvolgente e di agile lettura che tocca temi riguardanti le procedure dei servizi sociali di scottante attualità anche in Italia. Il finale è inaspettato come è giusto che sia.
Maria Elena Bianco