L’Istituto è l’ultimo lavoro del re dell’horror e del thriller americano: Stephen King; finito di scrivere il 23 settembre del 2018 e pubblicato dalla casa editrice Sperling & Kupfer. È un “romanzetto” di 561 pagine in cui King torna a fare quello che secondo me sa fare meglio: scrive una storia dove i protagonisti sono i bambini. La storia si divide inizialmente in due parti che iniziano separate per poi unirsi più avanti nella narrazione. Da un lato troviamo Tim Jamieson un “adulto” ex poliziotto che assolutamente del tutto per caso si ritrova a fare la guardia notturna in una cittadina sperduta del South Carolina: DuPray. Dall’altro lato a Minneapolis c’è invece Luke Ellis un ragazzino di dodici anni molto molto intelligente con qualche strana dote. Nascosto poi nei boschi sperduti da qualche parte nel Maine troviamo uno strano edificio, anzi due. È questo un luogo oscuro, strano, chiamato dai suoi abitanti: l’istituto. Qui vengono rinchiusi dopo essere stati rapiti alle loro famiglie bambini e ragazzini la cui unica colpa è avere capacità telecinetiche e telepatiche, ma tu cosa sei?! Un TK positivo, un TP positivo o semplicemente un “rosa”?! A quale scopo vengono portati qui questi ragazzi? Queste sono solo alcune delle domande che il lettore si pone andando avanti nella lettura che diventa pagina dopo pagina sempre più intensa. Gli occhi non si staccano dalle pagine tantomeno quando improvvisamente nella testa ti si materializza un dubbio: qual’e la cosa giusta da fare? Siamo certi che catalogare i ragazzini come “buoni” e i loro carcerieri come “cattivi” non sia effettivamente troppo scontato? La linea tesa tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si fa in alcuni punti veramente veramente sottile. Questo è un romanzo che si legge tutto d’un fiato. A mio parere in questo libro ho ritrovato il King che non vedevo più da un po’ di tempo, lo Stephen King di “It”, di “La zona morta”, di “Shining”. Il paragone tra questo romanzo e “It” per altro è totalmente automatica, che anche questa volta ci sia una seconda parte? Per chi come me aveva l’impressione che il cupo splendore di King si fosse un po’ affievolito sarà piacevolmente sorpreso e catturato dentro le porte dell’istituto. Lo sentite questo strano ronzio?
Valentina Fontana