Fine del XVIII secolo a Santo Domingo, colonia francese, Tete una bambina di 9 anni viene comprata come schiava e faccendiera domestica da Toulouse Valmorain, un ricco possidente terriero di piantagioni di canna da zucchero. Tete scoprirà la violenza che gli schiavi dei campi sono costretti a subire, la loro difficile condizione di vita, la spontanea solidarietà tra i bisognosi, la voglia di riscatto e il significato della parola libertà. Tete crescerà affianco al suo padrone, sarà la sua amante, accudirà i suoi figli, lo seguirà fino in Louisiana dove Valmorain si avventurerà in una nuova impresa. Isabel Allende si conferma una grande scrittrice, con il suo stile letterario ammaliante su addentra nella grande storia di un popolo, quello dominicano che lotta per avere la libertà dal colonialismo francese e fondare un nuovo stato: Haiti. La grande storia s’intreccia con la storia degli uomini semplici e da queste vicende avvincenti si esalta la bravura della scrittrice cilena. Ho deciso di leggere l’opera completa di Isabel Allende e ogni volta mi stupisco come finora non sia rimasto deluso da un suo romanzo.
Edizione Feltrinelli
Antonio Martino