Un libro, un capolavoro, che almeno una volta nella vita andrebbe letto. La Morante descrive i luoghi e i personaggi in modo magistrale da farti sembrare di essere veramente a Procida insieme al protagonista del racconto. Questo romanzo racconta la storia di Arturo, un ragazzino cresciuto senza l’amore di una mamma, che è morta nel metterlo al mondo e che conosce solo tramite una fotografia ingiallita e di un padre che è perennemente assente per motivi di lavoro alquanto oscuri. Arturo cerca sempre di provare a rapportarsi con lui ma riceve solo gesti sbrigativi, poche parole e poche attenzioni. Nonostante ciò, Arturo è un ragazzo vivace e molto positivo, grazie anche all’amore di Silvestro il suo balio, che lo cresce fino a quasi adolescente. Le nozze improvvise del padre, gli portano in casa una matrigna, quasi sua coetanea, mandando in crisi il ragazzo, accecato dalla gelosia; perché secondo Arturo, Nunzia, (questo è il nome della sposa) sarà la causa per cui il padre non lo amerà più come prima. La storia di questo ragazzo è molto commovente, è il passaggio dall’età della fanciullezza a quella adulta con tutte le problematiche che ci sono nella crescita e Arturo si dovrà, nella sua solitudine, fare forte per affrontarle. Un libro che, a tratti, mi ha fatto sorridere, in particolare nei momenti quando il ragazzo si rapportava con Nunziatella, ma che mi ha fatto anche commuovere, ascoltando tutte le filosofie di Arturo per trovare un senso alla vita. Avrei voluto essere sua madre per dargli tutto il bene che gli è mancato. Un libro difficile che ti rimane nel cuore. Buona lettura!
recensione di Giusy Aloe