La storia raccontata in questo breve testo è quella di un uomo che prova impulsi sessuali nei confronti delle bambine. Ne emerge la figura di un uomo benestante, solitario e di poche parole, ma allo stesso tempo si tratta di un uomo squallido e pavido. Mentre è seduto al parco un po’ annoiato e un po’ disgustato dalla gente che lo circonda, nota una ragazzina sui pattini a rotelle e ne é subito colpito. Scopre che la ragazzina è al parco con un’amica della madre e che quest’ultima è molto malata. Si insinua, quindi, nella vita di queste persone e, consapevole che la donna ha poco da vivere, la induce a sposarlo per avere libero “accesso” alla sua vera preda. Il destino ritarda i progetti dell’uomo, ma nell’ultimo capitolo assistiamo a scene disturbanti e leggiamo pensieri oltremodo lussuriosi, per poi avvicinarci all’epilogo finale. Questo romanzo breve, o racconto, come lo si vuol chiamare, è stato scritto nel 1939, prima del più famoso “Lolita”, del quale anticipa il tema. Secondo il racconto del figlio Dimitri, che si occupa personalmente della traduzione dal russo all’inglese e all’italiano, è lo stesso Nabokov a rivendicare la separazione tra le due opere. Ma è piuttosto evidente che non si possono completamente dissociare, c’è senz’altro un comune denominatore nel desiderio carnale verso una dodicenne e nello stratagemma usato per arrivare a raggiungere l’obiettivo, ma è anche vero che la storia si svolge in due luoghi diversi e si dipana in modo differente, seppur drammatico in tutti e due i casi. Che si sia trattato di una prova su carta di un’ispirazione geniale? Chissà! Il libro è comunque molto intenso, anche se il linguaggio vivido, non risulta sempre immediato.
Anto Spanò