“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti o distratti, ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. [….] Una di quelle frasi o parole, ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi fratelli, nel buio d’una grotta, fra milioni di persone.” Il titolo racconta perfettamente il libro intero: un romanzo autobiografico che parte dal “lessico”, dalle parole, della famiglia della scrittrice per raccontarne la storia. I Levi sono una famiglia ebrea antifascista e nel libro vengono narrate le loro vicende, avvenute tra gli anni Trenta e Cinquanta. Il racconto però non viene trattato in maniera epica o romanzesca: lo stile è quello della narrazione verbale, quello dei nostri nonni che potrebbero usare parlando dei vari membri della propria famiglia. Ogni parente della Ginzburg viene descritto attraverso i suoi modi di dire, attraverso le sue abitudini e, solo alla fine, attraverso ciò che gli è accaduto nel periodo del fascismo. La voce narrante, che è poi la scrittrice stessa, racconta la propria famiglia dal suo personale punto di vista, quello della sua memoria. Nonostante sia un libro testamento, in cui Natalia racconta con leggerezza avvenimenti storici importantissimi e descrive (perché li ha conosciuti direttamente) personalità del calibro di Olivetti, Turati, Pavese, ecc… non ne sono rimasta completamente coinvolta! In varie parti è molto lento e forse proprio questo genere di narrazione verbale un po’ tipica della “vecchia generazione” non è riuscita a emozionarmi (non me ne vogliate).

Alessandra Micelli

 

Lingua originaleItaliano
GeneriBiografia, romanzo autobiografico, Narrativa domestica
Libri di Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg

1916, Palermo

Scrittrice italiana. Ha pubblicato i suoi primi racconti nel 1933 su «Solaria». Nel 1938 ha sposato Leone Ginzburg, e con lui e con i figli ha patito il confino per antifascismo dal 1940 al 1943. Nel 1950 ha sposato in seconde nozze lo scrittore Gabriele Baldini.
Ha vissuto a lungo a Torino, ed è stata redattrice della Casa editrice Einaudi.
I suoi libri di narrativa (“La strada che va in città”, 1942; “È stato così”, 1947; “Tutti i nostri ieri”, 1952; “Valentino”, 1957, premio Viareggio; “Le voci della sera”, 1961; “Caro Michele”, 1973; “La città e la casa”, 1984), di memorie (“Lessico famigliare”, 1963, premio Strega), di saggi (“Le piccole virtù”, 1962; “Mai devi domandarmi”, 1970; “Vita immaginaria”, 1974; “La famiglia Manzoni”, 1983) sono caratterizzati da una scrittura nitida e sommessa e da un sottile impasto tonale che va dall’ironia alla saggezza, adatto a cogliere i piccoli gesti esemplari della vita quotidiana.
Più direttamente impegnato il testo “Serena Cruz o la vera giustizia”, 1990, pamphlet sul problema dell’adozione.
Nel suo teatro (raccolto nei volumi “Ti ho sposato per allegria e altre commedie”, 1967, e “Paese di mare”, 1973; cui sono seguiti “La poltrona”, 1985, e “L’interventista”, 1988) i temi e le propensioni stilistiche della G. tornano in un gioco dialogico di precisa e quasi astratta eleganza.
Nel 1983 Natalia viene eletta in Parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano, come indipendente, dove si impegna, animata da grande senso di giustizia e passione in cause umanitarie importanti.
Muore nell’ottobre del 1991, nella sua casa romana.
Qualche anno prima, in un articolo, aveva scritto:
“…pensiamo che la morte darà riposo. Immaginiamo allora la morte come un piccolo paese, o come una piccola casa, o una stanza. Qui abiteremo per sempre, con tutte le persone che abbiamo amato. Delle diverse idee che abbiamo sulla morte, questa è l’idea che più di tutte ci è cara. Il vero riposo è stare sempre con le persone amate. E perché non potrebbe essere così la morte? Chi l’ha detto che non sarà così?”

fonti: Enciclopedia della Letteratura Garzanti 2007; Archivio storico Einaudi; Profili di donne Album di Adele