Non è un capolavoro della letteratura contemporanea, ma devo dire che mi è piaciuto parecchio. La voce narrante è Luca, certamente non un eroe, ma un uomo comune, anche un po’ mascalzone. Usa le donne, le prende e le lascia quando vuole e non è sicuramente uno che si fa sopraffare dal senso di colpa, pur consapevole della sua non perfezione! Però questo personaggio ha un non so che di affascinante! Ad un certo punto della vita Luca si ritrova un figlio sedicenne che non sapeva nemmeno di avere, Simone. Simone entra nella sua vita perchè la madre, ormai malata e alla fine dei suoi giorni, gli comunica la notizia e, in qualche modo, glielo affida. I due cominciano a conoscersi e devono iniziare a costruire un rapporto padre-figlio. Ma Simone in fondo gli assomiglia, fa domande dirette e si aspetta risposte dirette, si intrufola nella vita del padre con discrezione, ma anche con convinzione, perchè quel padre gli piace, e anche molto! Peccato per il finale! Ognuno di noi si aspetta sempre da un romanzo un bel the end che dia fiducia e speranza. Ma l’autore forse vuole ricordarci di non dare niente per scontato.
Anto Spanò