Con questo romanzo mi riprometto una volta per tutte di recuperare un po’ la narrativa italiana, e soprattutto quella contemporanea. Leggero, ma non troppo, veloce, godibile, spiritoso ma profondo e molto introspettivo per le tematiche trattate. Lena ha vissuto un trauma e quel trauma non le permette di vivere a piene mani, non le permette di trovare una strada; è spesso silenziosa, a volte anche indecifrabile. È una illustratrice che torna nella casa al mare di famiglia, in un’isola che mi ricorda molto Favignana, lasciatale in eredità dal padre che ha divorziato dalla madre e vive in America con la nuova moglie e un figlio. Si può guarire dalle ferite del passato? Si possono dimenticare, o come afferma la sua analista junghiana si devono ricordare e rivivere ogni giorno per poterle accettare? Anche perchè in fondo ormai fanno parte della tua persona, volente o nolente. Solo un colpo di scena non mi ha entusiasmato; per il resto l’ho divorato in pochissimi giorni, perchè non riesci a staccartene.
Luana Indelicato