Azar Nafisi è nata e vissuta in un paese molto complesso: l’Iran. Un paese in cui per anni ha imperversato una guerra distruttiva e dove l’integralismo islamico ha deciso della vita e dei comportamenti degli uomini e, soprattutto, delle donne.
Azar Nafisi ha avuto l’opportunità di studiare in America, un paese occidentale, profondamente diverso dal suo paese d’origine. Quando è tornata in Iran tutto era cambiato, ovviamente in peggio…
Ha comunque lavorato per molti anni come insegnante tra infinite difficoltà. Il primo ostacolo è stato sicuramente il suo carattere istintivo che tendeva a violare le convenzioni e, soprattutto, le imposizioni imposte dal regime. Ma non è certamente trascurabile, né semplice, volere insegnare e parlare di letteratura occidentale in un paese che vede negli Stati Uniti, e nell’Occidente in genere, il grande nemico da combattere.
Ma tra gli studenti la professoressa Nafisi è sempre stata molto apprezzata e famosa per le sue tecniche d’insegnamento (Vi anticipo solo che farà mettere sotto processo “Il Grande Gatsby” dalla sua stessa classe).
Alle sue ragazze ha parlato di Nabokov, di Fiztzgerald, di James e della Austen. Nei loro libri c’era chi vedeva solo l’immoralità e chi li amava incondizionatamente e intravedeva, invece, la libertà.
Ad un certo punto Azar Nafisi rinunciò all’insegnamento all’università per realizzare un suo sogno, condividere la letteratura con poche studentesse scelte nella massa per il loro interesse e la loro voglia di conoscere. Ecco che così conosciamo Yassi, Mathab, Azin, Nassrin,…
Tutte insieme si riuniscono nel salotto di casa Nafisi per leggere “Lolita”, ma anche per parlare di oppressione, di chador, di amore, di problemi, di famiglie e di sogni.
Il libro è molto interessante sicuramente. Non si affronta solo il tema letterario, ma anche quello non semplice, della condizione di inferiorità della donna in un paese islamico dove non si può nemmeno farsi trovare accanto ad uomo che non appartenga alla propria famiglia e in cui si debba leggere i classici della letteratura mondiale sotto le bombe che cadono giù incessantemente.
Mi è piaciuto molto, ma per apprezzarlo fino in fondo è necessario conoscere benissimo tutte le opere citate dalla Nafisi. E io ammetto di peccare in ciò. Ma recupererò
Anto Spanò