Le Vite di Dubin è uno dei tre grandi libri di Bernard Malamud (gli altri due sono Il Commesso e L’uomo di Kiev).
Questo romanzo è considerato da molti uno dei migliori usciti dalla penna di
Malamud, ma per me non è cosi. Il suo più bello rimane sempre Il Commesso, che ho adorato veramente tanto e che mi ha fatto innamorare dello scrittore.
Le Vite di Dubin è pur sempre un gran bel libro perché Malamud è stato abilissimo a scavare fino in fondo la sofferenza coniugale. E poi ha uno stile che mi piace molto, con una prosa avvolgente, piana, senza un momento di stanchezza, e dialoghi che, soprattutto in questo romanzo, entrano ed escono alla perfezione.
“Il libro racconta la storia di William Dubin, biografo di mezza età, che conduce una vita tranquilla insieme alla moglie in un piccolo centro di campagna dello stato di New York, studiando e raccontando le vite altrui nel tentativo, forse, di capire meglio la propria. Durante la stesura di una monografia sullo «scandaloso» D.H. Lawrence, però, il suo mondo viene scosso dall’incontro con Fanny, un’ammiratrice trent’anni più giovane di lui, vivace e disinibita…”
Ah! Dimenticavo: l’unica cosa che non mi è piaciuta di questo libro è la copertina.
recensione di Daniela Ceccotti