Secondo thriller dello scrittore greco che mantiene ancora quella suspence e quell’irrefrenabile desiderio di continuare a leggere, seppur a mio parere non all’altezza del precedente “La paziente silenziosa”. Mariana è una psicoterapeuta che ha da un anno vissuto un lutto: la morte del marito. A difficoltà sta ricominciando a vivere e quando la nipote Zoe la chiama disperata quando una sua cara amica scompare, anche se questo significa tornare all’Università di Cambridge, luogo a lei caro per via del marito Sebastian. Qui Mariana conoscerà Edward Fosca, insegnante di greco che suscita un interesse magnetico non solo preso le sue studentesse, alcune delle quali membri di un ristretto circolo somigliante a una setta, ma anche con lei. E con digressioni mitologiche, confessioni tramite un diario, e colpi di scena si dirama la trama. Non so se Michaelides voleva ricordare per certi versi Dio di illusioni (inarrivabile per me), ma il romanzo presente qualche clichè sparso qua e là. Nonostante ciò, è una lettura godibile, ben scritta e che ti tiene incollato fino all’ultimo.
Luana Indelicato