“Le streghe” è un romanzo di Rohal Dahl, pubblicato la prima volta nel 1983. Il libro, inoltre, ha vinto il Premio Bancarellino nel 1988. Il romanzo viene raccontato in prima persona dal bambino protagonista, di cui non viene fatto il nome nel corso del romanzo, il quale, rimasto orfano di entrambi i genitori, viene affidato alle cure della nonna che vive in Norvegia. È la nonna a raccontargli la storia delle streghe, non quelle che noi immaginiamo ma delle persone che viste da fuori possono sembrare normalissime, ma la cui realtà non è come quella pensata, motivo per cui senza sapere dell’essere streghe sono difficilissime da riconoscere se non per alcuni tratti: non hanno i capelli e quindi portano la parrucca sopra a una testa calva, non hanno le dita dei piedi, indossano sempre i guanti per nascondere gli artigli e ogni volta che percepiscono la presenza di un bambino sentono un fortissimo odore per loro nauseabondo. A causa di diversi problemi con l’affidamento, il bambino, di origine inglese, non può restare in Norvegia ma deve tornare con la nonna in Inghilterra. Proprio nel Regno Unito, dove passa le vacanze estive con la nonna in un hotel, si imbatte in una strano congresso organizzato per i membri della Reale Società per la Protezione dell’Infanzia Maltrattata. Una volta che le partecipanti al congresso entrano nella stanza, si rende conto, però, che non sono persone normali ma indossano dei guanti, non hanno i capelli sotto la parrucca e non hanno le dita dei piedi. Si esatto, sono streghe! Nel congresso fa la conoscenza della “Strega Suprema” che ha un obiettivo molto preciso: trasformare in topi tutti i bambini dell’Inghilterra. Il romanzo è adatto da essere letto a dei bambini ma, avendolo letto da piccolo, quando si è più grandi si riescono a capire molte cose di cui da piccoli non ci si era resi conto. La storia è molto semplice, molto lineare ma non per questo banale: i dialoghi non sono per niente scontati e anche la vicenda è molto scorrevole, il finale non è per nulla affrettato, anzi verrebbe voglia di sapere come va avanti la storia, soprattutto per il rapporto che si crea tra la nonna e il nipote. I personaggi sono ben spiegati, tranne la nonna di cui molte cose non sono raccontate, soprattutto alcuni aspetti sulla sua vita passata che non avrebbero danneggiato la storia, anzi sarebbe stato un qualcosa in più che avrebbe categorizzato meglio il personaggio. Come negli altri romanzi di Dahl, si può anche notare una certa ironia con cui vengono descritti alcuni personaggi, in particolar modo verso la fine del romanzo dove viene fatta quasi una “critica velata” al mondo degli adulti e del loro non volersi adattare alle cose magiche e surreali, come se non volessero entrare nel mondo fantastico dei bambini ma volessero sempre rimanere attaccati alla ragione, vedendo il mondo dei loro figli come una cosa irrazionale e senza senso. È un libro da leggere tutto d’un fiato in un giorno, al massimo in un weekend di pioggia, uno di quelli che anche se si è già letti da piccoli continua ad affascinare da grandi, per fare riemergere il bambino che è in noi!
recensione Lorenzo Peluffo
Traduttore: Francesca Lazzarato
Edizione: Salani
Collana: Gl’Istrici In commercio dal: 8 settembre 2008
Pagine: 200
Flessibile