Un odio insanabile, viscerale, potente che attraversa tutto il romanzo e che sembra essere l’unico collante di questa famiglia atipica. L’unico sentimento umano buono è quello che lega i fratelli Jacques, ragazzo irrequieto, e Genevieve, personaggio che con la sua preghiera apre il romanzo e che diventerà una sorta di mistica. Ma l’odio più profondo è quello che lega le sorelle Lacroix, Mathilde sposata col pittore debole Vernes e Leopoldine, autoritaria e madre di Sophie, personaggio quasi di contorno. È l’odio, e il segreto che esso nasconde, ad essere il motore del romanzo; l’odio e la necessità di odiarsi per continuare a vivere e sopportare. È un legame complesso, a volte sembrerebbe di amore e odio, che trae nutrimento dall’angoscia e infine dalla pietà che le due figure femminili scaturiscono. Come sempre abbiamo dei personaggi maschili deboli, spaventati e privi di carattere, e figure femminili perverse, manipolatrici, viscide, che dominano la scena e le relazioni tra i protagonisti della storia.
Luana Indelicato