Dongo e Guriko sono due sorelle, rimaste orfane, che hanno iniziato a gestire un sito di posta elettronica, “animate da un desiderio molto semplice: essere utili a chiunque desiderasse scrivere delle mail a qualcuno estraneo alla sfera dei propri conoscenti”. Rivolgersi ad un estraneo e raccontare i propri problemi, senza sentirsi giudicati e addirittura ricevere consigli, è terapeutico. L’intento delle sorelle Donguri (il nome nasce, come intuibile, dall’ unione delle iniziali dei nomi propri delle ragazze) è sfruttare il talento per l’ organizzazione di una, e quello della scrittura dell’altra, per assistere e aiutare gli altri a superare le ‘preoccupazioni’ . È evidente la caratterizzazione dei personaggi: la sorella maggiore energica e indipendente, quella minore taciturna e solitaria. Non sono presenti eventi particolarmente significativi nel corso storia , se non per i flashback che una delle due sorelle riporta alla mente. La voce narrante è, infatti, quella di Guriko, la sorella minore, che racconta le proprie esperienze di vita: dalla morte dei genitori, al vissuto con gli zii e in seguito con il nonno, all’amore adolescenziale. Tutte le sue emozioni in un susseguirsi fra sogno e realtà. In un costante flusso di coscienza, viviamo il percorso interiore della protagonista principale, che, in perfetto stile nipponico, tratta svariati temi. La delicatezza dei sentimenti, la leggerezza dello stile e l’introspezione dei personaggi sono un marchio di fabbrica della cultura giapponese?! Secondo me, sì. La lettura di questo romanzo di Yoshimoto – mi era già capitato anche con Murakami- porta il lettore ad un’analisi più profonda del testo, alla scoperta di sentimenti interiori. Io ci ho letto un inno alla vita: Guriko affronta il suo passato e parte per un viaggio, la vita stessa. Ps: ho apprezzato le avvertenze, nelle prime pagine, e il glossario con i significati di alcuni termini, alla fine. Una chicca per assaporare qualche curiosità nipponica.
Federica Catania