La protagonista di questo libro è una matrona emancipata vissuta durante il regno di Nerone, prima dell’eruzione che distrusse in pochi attimi la città di Pompei.
Il suo nome è Vibia Tirrena, figlia di un libraio, sposa di un pittore omosessuale e madre di 3 figli non suoi.
La donna, decisamente non convenzionale, spiccia nei modi e piuttosto evoluta rispetto al momento storico in cui vive, è colta e ha come obiettivo quello di istruire le ragazze di Pompei.
Durante una visita ad un bagno termale, incontra una Vestale alle prese con problemi ginecologici…
Sebbene mi abbia fatto sorridere e sia stracolmo di personaggi sopra le righe, non ho ben capito il senso di questo libro.
Dovrebbe essere un romanzo, poiché così è scritto sulla copertina, ma allora cos’è questa storia relativa a un manoscritto, a un curatore che non consente di pubblicare le ricette, a delle pagine distrutte da cui si ricavano solo frammenti incomprensibili?
Se sono mezzi per rendere il tutto più verosimile, non mi sembra proprio che siano andati a buon fine!
Anto Spanò