L’autore, Massimo Carlotto, “approda” a Buenos Aires. Lì, il suo cognome è noto perchè è lo stesso di Estella, la presidentessa dell’associazione delle nonne dei desaparecidos. Egli scopre così la parentela che lo lega ad Estella e comincia un viaggio negli orrori della dittatura argentina: le torture, le prigionie, i bambini rapiti e venduti, i silenzi dei militari e della Chiesa cattolica,…. Scopre il “lavoro” delle mamme e delle nonne che dopo anni di tormenti, non si rassegnano a lasciare nell’oblìo i propri figli e i propri nipoti: vogliono ritrovare almeno i resti dei propri congiunti per poter dar loro una tomba e la dignità che è stata loro sottratta. Ma soprattutto vogliono ricongiungere quei bambini sottratti alle proprie famiglie e ripristinare quel legame con la loro storia, spezzato anni prima con la forza. Ed è così, cioè seguendo Carlotto in questo viaggio, che anche noi lettori scopriamo nomi, storie familiari, rapimenti e la forza delle donne argentine che non si sono lasciate sopraffare dal dolore, ma che si sono unite, non solo per darsi forza l’una con l’altra, ma principalmente per continuare a denunciare, sempre! Un libro estremamente interessante, crudo e coinvolgente, che mi è stato utile per conoscere un fenomeno di cui sapevo poco e niente
Anto Spanò