Questo libro racconta la storia di tre generazioni di una famiglia di antica nobiltà feudale. Mi ha tenuto compagnia per tutto il periodo che l’ho letto e ad un certo punto ho deciso di centellinare la lettura perché non volevo finirlo. Nonostante la mole di pagine, i personaggi non sono tanti, quindi non ci si può confondere come a volte capita con i grossi libri. Mi son piaciute le atmosfere, i luoghi d’ambientazione tra i boschi dell’Appennino tosco-romagnolo e Firenze. Si tratta di un romanzo storico ambientato nella metà del ‘600, periodo di decadenza per tutta l’Italia, ma nello stesso tempo anche un periodo d’importanti scoperte scientifiche. Ricco di suggestioni, dove i pregiudizi si incrociano con i destini delle persone; grazie alla scrittrice che ci fa apprendere molte usanze di quel periodo, impareremo molto di come si viveva in quell’epoca. In questo libro conosciamo tre donne forti e romantiche che, ognuna nel proprio tempo, hanno lottato per realizzare i propri sogni andando così in contro al proprio destino. Tra loro anche gli uomini hanno la loro parte, conosceremo l’eretico marchese scienziato Giangiacomo e il libertino Manobruna; li ho adorati. Scritto in maniera eccellente, con i personaggi ben delineati, mantenendo una scrittura sobria senza cadere mai in eccessi. Questo racconto mi ha letteralmente catturata, trasportata in un’altra epoca lontana da me, solo grazie al potere delle sue pagine. Buona lettura!

 

Giusy Aloe