Sono passati ben 41 anni da quando il generale Henrik vide per l’ultima volta il mittente della lettera che gli è appena stata consegnata.
Si tratta di Konrad, carissimo amico d’infanzia, che annuncia il suo imminente arrivo al castello ungherese. Il generale, con l’aiuto della balia novantenne, Nini, si prepara a riceverlo; fa riaprire l’ala disabitata del castello, dove si tenne l’ultimo loro incontro, e indossa la divisa di gala.
L’incontro tra i due uomini, entrambi anziani, è freddo e formale e la cena è turbata dall’ingombrante assenza della moglie defunta del generale.
La tensione tra i due uomini è alta: dopo 41 anni è giunta l’ora di ristabilire la verità dei fatti…
Le braci si rivela fin da subito una lettura molto intensa. La tensione esistente tra i due amici si trasmette al lettore, il lungo monologo del generale è frutto di decenni di riflessione silenziosa, che esplode all’improvviso e travolge il visitatore, che tra parentesi, mi è apparso odioso, sbruffone e troppo flemmatico.
Quando sono arrivata all’ultima pagina, per la prima volta nella mia carriera di lettrice, ho davvero immaginato la conclusione di un finale sospeso, ma non poi troppo!
Lettura consigliatissima a chi ama le storie intime, in cui traboccano sentimenti forti di qualunque natura.

Anto Spanò

Traduttore: M. D’Alessandro
Editore: Adelphi
Edizione: 38
Anno edizione: 1998
In commercio dal: 6 maggio 1998
Pagine: 181 p.
  • EAN: 9788845913730