In questo libro l’autrice racconta ai lettori il suo rapporto con la maternità. Elif è sempre stata una donna forte e determinata, dedita alla scrittura fin da quando era solo una bambina. La donna è convinta che dentro di sé coesistano una serie di Elif, ognuna delle quali corrisponde a una parte ben precisa della sua personalità, c’è la parte intellettuale, quella spirituale, quella precisina. L’autrice immagina che esse siano delle piccole donnine alte poche centimetri, le Pollicine, e con loro intavola infinite conversazioni. Ma le Pollicine all’improvviso aumentano di numero. Emergono infatti la parte femminile e la parte materna che erano ben nascoste in fondo all’anima. In mezzo a queste conversazioni, alla descrizione delle buffe Pollicine, la Shafak ci parla della sua esperienza personale e di quella di alcune scrittrici famose, alcune delle quali hanno privilegiato la scrittura e altre che hanno cercato di conciliare la scrittura con la maternità. Ci racconta dell’amore che, giunto improvvisamente nella sua vita, ha stravolto tutte le sue certezze, ma anche della scoperta di essere incinta e delle difficoltà con cui si è dovuta confrontare alla nascita della bambina, del suo senso di inadeguatezza e della depressione post partum. Dal sottotitolo era abbastanza evidente il tema affrontato dall’autrice. Mi aspettavo di leggere una storia intensa, magari anche un po’ “soffocante” (passatemi il termine). E invece……E’ un racconto serio, ma allo stesso tempo frizzante, non banale e, a tratti, divertente. L’ho apprezzato molto.

Anto Spanò