Adelina si è trasferita a Torino dalla zia per continuare gli studi in un istituto gestito da religiosi. Tra gli insegnanti c’è il severo ed inflessibile reverendo Kelley, grande studioso di testi antichi da decriptare perché scritti in codice. Il reverendo condivide la passione per i testi antichi con il notaio Vergnano, padre della compagna di Adelina, Luisella. Poiché Adelina ha un dono naturale per i libri, il notaio decide che è necessario utilizzare la bambina per i suoi scopi… Questo romanzo è partito molto bene, con una protagonista inusuale ed una trama intrigante, ma ha poi, secondo me, perso parecchio. Seppur scorrevole e, spesso ,divertente, soprattutto quando narra le vicende giovanili della zia Amalia, l’ho trovato pieno di troppi elementi, tra cui: atmosfere misteriose, che sfociano nel gotico, e spunti troppo evidenti provenienti dai grandi classici, così come le incredibili coincidenze e la perfetta suddivisione tra buoni e cattivi alla maniera dickensiana. Direi che è un romanzo pieno di aspettative e abbastanza deludente.

Anto Spanò