Questo libro racconta gli anni di prigionia dorata trascorsa in Inghilterra della regina Maria Stuarda, dopo la morte del marito, la fuga, forse lo stupro da parte di un lord scozzese, e la precipitosa fuga dal regno di Scozia. Maria Stuarda è considerata da molti la legittima erede al trono inglese, per cui, quando si presenta in Inghilterra alla corte della regina Elisabetta I per chiederle aiuto e protezione, questa la costringe ad una lunga prigionia che la renda innocua. Elisabetta ordina al conte George Talbot e alla moglie Bess di ospitare “l’altra regina” e di proteggerla. Ed è così che i lunghi giorni di prigionia vengono raccontati dalle tre voci narranti, che si alternano una dopo l’altra: Maria, Bess e George. George è immediatamente stregato dal fascino della regina scozzese, ma è un uomo d’onore, un aristocratico corretto e fedele alla regina d’Inghilterra. La moglie Bess è una donna avida, che ha accumulato ricchezze nel corso degli anni e che è adesso convinta di aver raggiunto il massimo delle proprie aspirazioni con l’acquisizione del titolo di contessa, ma è anche una spia alle dipendenze del potente consigliere della regina Elisabetta. Maria Stuarda appare come una donna magnetica, ma doppiogiochista: complotta con chiunque la riconquista della propria libertà. Elisabetta, che in questo libro è poco più di una comparsa, appare una donna decisa e terribile, capace di condannare alla forca chiunque, pur di proteggere il trono dalle grinfie dell’odiata cugina. Ottima lettura, ma un po’ troppo prolissa. Nonostante ciò, la narrazione a tre voci risulta ben costruita ed amalgamata e la storia risulta piacevolmente ricca di intrighi politici ed amorosi.
Anto Spanò