Lazarillo de Tormes è un bambino che, per sfuggire alla miseria, la mamma affida ad un uomo cieco perchè possa guadagnarsi da vivere facendogli da guida. Lazarillo è troppo piccolo per conoscere la malvagità, ma ben presto deve rendersi conto che la sopravvivenza è correlata all’arte di arrangiarsi. Il cieco è particolarmente bisbetico, ma anche molto furbo e non sempre è facile la convivenza forzata tra i due. Lazarillo cerca di avere il sopravvento, di ottenere più cibo, ma gli espedienti sono molto ingenui e il vecchio cieco non fatica a smascherarli. Arriva, però, il giorno il cui il piccolo Lazarillo riesce a prendersi la sua piccola rivincita… E’ necessario trovarsi un altro padrone, anzi più di uno, ed imparare a cavarsela sempre, perchè sembra che la sfortuna non voglia proprio abbandonare il giovane. Tutto ciò è raccontato dallo stesso Lazarillo, ormai adulto, in una lunga lettera ad una non ben precisata Vostra Signoria. Non conoscevo l’esistenza di questo librino e nemmeno che si tratta di uno dei più importanti capisaldi della letteratura spagnola! E’ stato scritto in forma anonima, molti autori gli sono stati attribuiti nel corso dei secoli, mal’unica cosa certa è che ha segnato la nascita del romanzo picaresco spagnolo, da cui discende addirittura il più famoso Don Chisciotte. Lettura molto piacevole, nonostante la sua notevole classicità, ed a tratti davvero divertente. Fenomenale la figura dell’hidalgo!
recensione Anto Spanò