Leggere questo romanzo per me è stato come ritrovare alcuni volti noti, vecchi amici che non vedevo da un po’, motivo per il quale l’ho trovato molto emozionante. Per farvi capire è come quando si ritorna in un vecchio posto e si ritrovano le persone con le quali abbiamo condiviso momenti felici. Nonostante ciò, questo non è la continuazione di “La custode del miele e delle api” ma un romanzo auto conclusivo. La scrittrice anche in questo racconto ci fa conoscere i diversi volti dell’amore, l’attaccamento alla famiglia ma soprattutto evidenzia con maestria l’importanza delle nostre radici che ci rendono unici e rivelano le persone che siamo veramente. La cosa che a me piace tanto della Caboni è che lei parla con il cuore, il modo in cui descrive la natura evidenzia l’amore spassionato che ha per essa. Ogni suo racconto fa vibrare le corde dell’anima e ci fa immaginare di vivere in luoghi incontaminati dove il paesaggio sembra un luogo incantato. In questo scritto conosciamo Alice, una ragazza che vive a Parigi ed è molto dedita al suo lavoro. Per staccare dalla routine, cura degli alveari che popolano i tetti della Ville Lumière. Da un giorno all’altro le giungerà la notizia della morte della sorella Emma e la sua vita subirà un cambiamento radicale. Emma le lascerà in dono la cosa più preziosa: sua figlia Amélie. Un album fotografico lasciato come ricordo alla figlia fa scattare in Alice la voglia di scoprire chi sono le persone ritratte nelle immagini e di visitare il luogo che fa da sfondo ad essi, la Sardegna, terra della sua amata nonna. Tra amori e misteri da risolvere questo libro vi terrà incollati alle sue pagine in modo ipnotico. Buona lettura!
Giusy Aloe