Fra tutti i libri della Chevalier che ho letto, questo è stato indubbiamente il peggiore. Il romanzo si svolge su due piani temporali distinti, uno antico e uno moderno. Una specie di “filo magico” collega la protagonista moderna (Ella) alla sua lontana antenata (Isabella). La parte ambientata nel 1500 è la più interessante ed è quella che riconosco con piacere in tutti i romanzi di Tracy Chevalier. La protagonista moderna invece l’ho trovata poco caratterizzata e quel poco che l’autrice ha tracciato di lei mi è risultato spiacevole. Mentre alcune sue azioni sono spiegate attraverso l’esistenza di questo filo emozionale che collega le due protagoniste e che spinge Ella alla ricerca delle sue origini e alla rivelazione di un triste segreto familiare, altri aspetti e scelte hanno reso Ella quasi antipatica, insipida e piuttosto sciocca. C’è da dire che questo è stato il primo romanzo della Chevalier e che sicuramente l’esperienza le è servita se il risultato successivo è stato il bellissimo La ragazza con l’orecchino di perla.

Simona Fedele