La Valle dell’Eden è l’opera più rappresentativa ed iconica dello scrittore statunitense facente parte della “generazione perduta”. Ambientato tra il 1860 e la fine della prima guerra mondiale, racconta le vicissitudini familiare e generazionale dei Trask; Adam con Cathy, la propria moglie in attesa di due gemelli, s’insidiò nella vallata di Salinas in California partendo dal Connecticut. I loro vicini di fattoria sono gli Hamilton, di origini irlandesi e Samuel è il capofamiglia. È un’opera filosofica dove sono presenti molti riferimenti biblici della Genesi a partire dalla scelta dei nomi degli interpreti letterari. Il tema principale è la contrapposizione tra Bene e Male, impersonificata magistralmente dai suoi personaggi. Questa visione manicheista esalta il dualismo e mette in discussione due pensieri etici religiosi: il libero arbitrio e il servo arbitrio, la predestinazione calvinista dove l’uomo non ha facoltà di scelta tra bene e male. Con la parola ebraica timshel, “tu puoi, ricorrente in molte parti del romanzo in momenti cruciali, Steinbeck faticosamente giungerà alla propria conclusione e accompagnerà per mano il lettore negli abissi della malvagità umana ma anche tenacemente giungerà nel panorama della sua vallata, per mostrarci che una scelta tra bene e male è sempre presente.

Antonio Martino