Per il mio secondo approccio a Nero Wolfe ho deciso di partire dall’inizio, e forse non è stata una buona idea. In quest’opera prima si ripropongono tutti i difetti che non mi avevano convinto l’altra volta, senza molti dei pregi che facevano da contraltare. In particolare Archie Goodwin qui non è ancora quel marpione disincantato che tanto avevo apprezzato, anzi sembra spento e sottotono, come se l’autore non avesse ancora deciso cosa farne di lui; essendo il narratore, è inevitabile che questo abbia un grosso impatto sul testo, che risulta meno vivace ed interessante di quanto mi sarei aspettata. L’impostazione gialla invece risente dello stesso problema che avevo notato nell’altro romanzo: si da più risalto al contorno (i vagabondaggi di Archie, i battibecchi con procuratori e poliziotti) che al mistero vero e proprio, che si dipana in maniera lineare e senza veri colpi di scena. Non mancano però dei momenti brillanti e qualche trovata stuzzicante, quindi sono disposta a concedere un’ulteriore chance al buon detective Wolfe, consapevole del fatto che il primo volume di una serie è sempre introduttivo.
Giulia Pontecorvo