Questo piccolo libro è scritto sotto forma di diario e ripercorre più o meno l’intero mese di dicembre del 1950 della vita del protagonista, il ragioniere quarantenne Antonino Mathis. L’uomo vive una vita monotona: ha un lavoro ben retribuito, una fidanzata da 6 anni e una casa in cui trascorre molte ore in solitudine. Ma la routine è interrotta da un incontro casuale alla fermata del tram con una giovane suora che, ogni sera, segue lo stesso percorso. All’inizio i due protagonisti si scambiano qualche occhiata, si studiano di sottecchi, ma non scambiano una parola. Eppure il ragioniere Mathis, non più giovanissimo, capisce che la vita che sta vivendo non ha più senso, è una vita a cui deve dare un taglio netto. E così segue la suora…e lei attendeva proprio che il primo passo fosse fatto! Decisamente un bel libro, che mi ha dato le stesse sensazioni di indolenza ed apatia de “Gli indifferenti” di Moravia. Sembra che tutto scorra senza che i personaggi facciano niente per fermare o accelerare gli accadimenti, che si trascinino per forza di inerzia e che il destino abbia già deciso tutto, ma che si diverta, nonostante tutto, ad ingarbugliare qualcosa di già programmato. Normalmente non mi soffermò sulle copertine, ma questa merita decisamente un commento: la trovo senz’altro poco azzeccata.
Anto Spanò