Sherine è figlia di una zingara rumena; è stata abbandonata alla nascita perchè figlia dell’amore tra una gitana e uno “straniero”, relazione che ha palesemente violato le regole della comunità.
Sherine è, pertanto, adottata da una coppia di Beirut che la circonda d’amore. Per sfuggire alla guerra civile, la famiglia si trasferisce a Londra. Adesso Sherine, che preferisce farsi chiamare Athena, è una splendida giovane ragazza che dà molta importanza alla spiritualità; è molto inquieta e non sa come riempire quelli che lei stessa definisce “gli spazi vuoti”.
Si sposa ancora troppo giovane perchè capisce che la missione più importante della sua vita è quella di mettere al mondo un figlio. Forse per l’irrequietezza che la contraddistingue, forse per la giovane età dei coniugi, il matrimonio dura poco. A quel punto Athena si sente esclusa dalla Chiesa nel momento in cui le viene rifiutata l’Eucarestia e reagisce con rabbia. Pian piano riesce a ricercare una nuova forma di spiritualità che la porterà a raccogliere un gran numero di seguaci e ad essere definita “La strega di Portobello”.
Un po’ troppo new age per i miei gusti, ma si legge bene, nonostante la storia della donna sia ricostruita da una serie di interventi da parte di chi l’ha conosciuta. Tra l’altro il finale mi ha sorpresa e questo fa salire il punteggio un po’ più in alto!

recensione di Anto Spanò