Shu Wen è una donna cinese, medico specializzato in dermatologia. Shu Wen si innamora di un collega Kejun, ma quest’ultimo si arruola con l’esercito e parte per il Tibet a meno di un mese dal matrimonio. Dopo poco tempo Wen riceve una comunicazione da parte dell’esercito in cui è annunciato il decesso del marito. La donna sconvolta e poco convinta della morte dell’amato sposo, decide di arruolarsi e partire anche lei per il Tibet alla ricerca della verità. In periodo di guerra i medici sono preziosi e Wen non trova ostacoli sulla sua strada, quindi ben presto arriva il momento di salutare i genitori e la sorella per intraprendere quello che si rivelerà un incredibile e lunghissimo viaggio in una terra sconosciuta, tra riti e costumi molto diversi da quelli cinesi. Dopo una serie di peripezie, Wen incontra Zhuoma, una donna tibetana di nobili origini che conosce il cinese; ciò facilita la comunicazione e la nascita di una profonda amicizia. Ma pur avendo Zhuoma accanto, la vita per Wen sarà complessa. Le due donne congiungeranno il loro destino a quello di una famiglia nomade, con la quale Wen rimarrà più di 30 anni, acquisendone anche le abitudini. Sarà solo per pura coincidenza che verrà a conoscenza della sorte di Kejun… Si tratta di una storia affascinante che tiene incollati alle pagine. Non è per la storia d’amore, in fondo i due sposi hanno trascorso insieme solo un mesetto e, fondamentalmente, non hanno neppure avuto il tempo di conoscersi. E’ affascinante l’idea dell’amore eterno che nella storia è contenuta, ma più ancora l’atmosfera tibetana e l’idea che l’uomo e la natura siano un tutt’uno. E la strada celeste, a cui allude il titolo, è quella che li lega per l’eternità attraverso un rito funerario che per noi occidentali appare macabro, cioè ridurre il corpo in pezzi e farlo divorare dagli avvoltoi. Non conoscevo l’autrice, ma è stata una bella scoperta.

Anto Spanò