Pearlie Cook è la voce narrante di questo romanzo ambientato in America nel 1953, quando la guerra, anzi le guerre (II guerra mondiale e guerra di Corea) sono ancora ben vivide e attuali. Pearlie ci racconta una breve parentesi del matrimonio con Holland, uomo bello e introverso, quando si presenta alla porta Buzz, un ex amante del marito, il quale convinto che ci siano ancora sentimenti da entrambe le parti, è venuto a “reclamarlo”. La fragile e un po’ piatta unità familiare, costituita da un figlio malato di poliomielite e da un cane che non abbaia, è così scossa, per sei mesi, da questo arrivo improvviso che apre una finestra sull’enigmatico passato di Holland. Tanti sono gli interrogativi che Pearlie vorrebbe porre al marito ma che invece si limita a porli solamente al lettore, così come tante sono le supposizioni che rischiano di far saltare in aria il matrimonio. Questa anomala storia matrimoniale è dominata da incomprensioni e incomunicabilità e dalla fragile tenerezza di Pearlie, personaggio ricco di sfaccettature. Il romanzo, pieno di colpi di scena, si divora facilmente fino all’ultima pagina e mostra quanto persino i rapporti più intimi siano contraddistinti da ambivalenze e silenzi che, personalmente, mi hanno causato sensazioni di smarrimento e tristezza che mi hanno fatto pensare “Pearlie porca miseria parla! Non starti zitta!”; molto bella e interessante la descrizione storica e sociale del post-guerra americano.
recensione di Luana Indelicato