La Signora di Wildfell Hall fu scritto e pubblicato nel 1848 ed è il secondo ed ultimo romanzo di Anne Brontë, considerata a torto la minore in qualità delle tre sorelle scrittrici. La storia, tutta “vittoriana”, cioè un po’ fosca tra le tenebre e i fumi della vecchia Inghilterra, ci fa conoscere una giovane signora misteriosa, sempre abbigliata di nero; la sua sfuggente presenza solleva tante dicerie, curiosità e tutti cercano invano di sapere più di lei. La vera novità nella tecnica di scrittura usata, molto interessante ed innovativa, è di scrivere alternando i capitoli sotto forma di diario o di lettere il che permette attraverso i personaggi ben delineati di farci conoscere gradualmente gli antefatti e le verità nascoste. La signora, Helen Graham, va ad abitare in una casa fatiscente in linea con la natura plumbea circostante in compagnia di un bambino Arthur, frutto della suo sfortunato matrimonio da cui sta fuggendo ed una serva, tutto in grande ristrettezze. Il giovane vicino, Robert Markam, ricco appassionato d’arte, la incontra con delle tele dipinte sotto il braccio, tenta di avvicinarla e ci riesce, entrando nella vita della donna sempre tenuto a distanza da lei. Il giovane apprende che Helen fugge da un marito all’inizio, uomo dolce e bellissimo, divenuto poi violento, dedito all’alcol e alla dissolutezza. Assunto il ruolo di “salvatrice” la signora presto realizza che da salvare c’è solo se stessa e il suo bimbo che il padre tenta di influenzare e rapire. Helen ha scritto un diario in cui ha elencato tutte le sue peripezie e questo diario passa nelle mani di Gilbert che dispone il necessario per aiutarla. Lui, ormai innamorato, sarà la chiave di volta nella salvezza della donna nel ritrovare la pace e la serenità. Questo nuovo ruolo nel panorama femminile del tempo incuriosisce rispetto a quello dei romanzi delle sue sorelle. Helen è una donna decisa a redimere il marito, ma poi vedendosi allo stremo, decide di essere libera anche se attraverso molte sofferenze; è diversa dallo stereotipo dei tempi che voleva le donne tutte oneste solo se sposate, senza granché di cervello, dedite solo al cucito e la casa o zitelle; niente sospiri e sogni di fanciulle innamorate, lei invece riesce a mantenere se stessa con la pittura e il bimbo, a trovare i suoi spazi nel mondo vittoriano chiuso e pettegolo e infine a riscattarsi. Helen sa attrarre il lettore che vuole come lei la vittoria sui soprusi e la luce nel cuore. Anne fu un’autrice nuova con nuove idee, fosse vissuta di più ( morì l’anno dopo la pubblicazione), avrebbe avuto molta più fortuna! Da leggere!.
Maria Cisonna