Michelangelo Merisi per tutto il mondo conosciuto come Caravaggio per le sue origini, nel 1605 giunge a Roma come un’artista ancora non affermato. Accolto nei salotti delle famiglie aristocratiche della città eterna, tra cui i Colonna, è un “protetto” della Curia romana tramite il cardinale Scipione, nipote del papa Paolo V. Viene convocato a palazzo per una commissione, la prima importante opera della sua vita: il ritratto del Santo Padre. Il giovane artista vive senza alcune pretese nell’Ortaccio, un rione popolare frequentato principalmente da vagabondi, prostitute e furfanti. Un giorno conosce Lena una giovane ortolana, sarà la donna della sua vita, la “musa” ispiratrice per le sue opere. Infatti Caravaggio utilizza come modelli di riferimento per le sue Madonne, donne popolane o prostitute, raffigura i volti dei santi tramite i visi di mendicanti e ladri. Il suo stile innovativo e moderno, lontano dalle convenzionalità dell’epoca, l’adoperare come modelli personaggi infimi e non degni di rappresentare l’espressione massima della cristianità, influiranno molto sui giudizi critici e infamanti. Ogni capitolo è intitolato ad una sua opera, viene così descritta la nascita, l’ispirazione e la tecnica artista del quadro in questione. Nonostante questa suddivisione la trama risulta essere lineare, il linguaggio semplice e scorrevole. Una mia critica personale riguarda il sottotitolo enfatico del romanzo che viene descritto come “grande thriller storico”. Sicuramente per motivi di marketing, per colpire l’attenzione del lettore, il romanzo è stato classificato come thriller storico. Ritengo che la copertina sia fuorviante e non veritiera. L’opera è una buona biografia del grande pittore italiano, ma non esistono elementi narrativi precisi che possono catalogarlo come thriller ancora di più ricamato con l’aggettivo grande.
Newton Compton Editori
Antonio Martino