Redmond incontra dopo tanto tempo il suo compagno di scuola Lionel Wallace e dopo i convenevoli davanti a un bicchiere di Porto e la pipa accesa iniziano a ricordare la loro vita. Quando è il suo momento Lionel dice che è diventato un pezzo grosso al governo con funzioni molto importanti ma sottolinea che in realtà quello che gli preme di più è raccontare a Redmond la storia della “porta nel muro”. L’amico è molto sorpreso ma ascolta con curiosità. Lionel era stato un bambino molto precoce ma un po’ all’antica, capace di fare tante cose superiori alla sua età. A 3 anni sua madre morì e fu affidato ad una governante tutto fare perché suo padre, un uomo d’affari molto severo, non aveva mai tempo per lui. Così la sua infanzia e prima giovinezza trascorsero nel silenzio e nella tristezza ed era talmente ben “educato” alla solitudine da non desiderare di uscire, né avere amici con cui giocare. Un giorno, mentre andava a scuola lungo la solita strada, facendo presto per evitare d’essere rimproverato, fu attratto dalla presenza di un muro bianco di un cantiere di lavoro con una porta verde al centro. Un attimo, fatti pochi passi tra le macerie e gli attrezzi, s’infilò in un bosco pieno di fiori lussureggianti e di animali che nel vederlo lo salutavano tra cui, con duo grande sgomento, c’era una pantera la quale gli andò incontro e si fece accarezzare ed una donna che lo invitava a sedersi per sfogliare il libro della sua vita. Ciò che lo sorprese fu la grande sensazione di felicità e tristezza, l’una contro l’altra, di trovarsi in un mondo a lui sconosciuto e di averlo conquistato tutto per sé. La visita si concluse e raggiunta la scuola aveva nel cuore la voglia di raccontare agli altri; ahimé presto fu oggetto di bullismo da parte dei compagni quasi fosse un matto. La porta verde lo perseguitava e continuava a cercare nella mente e nel cuore di voler riprovare la stessa sensazione di immensa felicità. Lionel disse che non gi era riuscito più di rientrare nella porta verde che per ben quattro volte in quattro occasioni era riapparsa, ma aveva dovuto rinunciare a rinnovare un piacere simile. Lionel conclude il racconto chiedendo a Raymond se lo riesca a capire, ma l’amico pur accennando un sì, non è altrettanto sincero. La storia termina con l’annuncio sul giornale della morte di un rappresentante del governo, caduto in un fosso in un cantiere di lavoro di notte ed una inchiesta della polizia riguardo a cosa facesse lì girando un parlamentare solo senza scorta. Wells è esperto nel porre tante domande sull’esistenza di noi sulla terra e del nostro “io” più profondo: anche noi cerchiamo la porta verde? Se sì, l’abbiamo mai trovata? Forse che sì, forse che no!? Buona la lettura, molto intrigante e fluida che trascina verso l’uscita del tunnel!
recensione di Maria Cisonna