Quando si parla di OMERO, il pensiero va immediatamente all’Iliade e all’Odissea. Tuttavia gli antichi attribuivano ad OMERO anche alcune operette la cui riconducibilita’ allo stesso OMERO è quanto meno dubbia. Le operette in questione sono gli Inni, la Batracomiomachia, il Margite e gli Epigrammi. Degli Inni ( detti omerici) ce ne sono pervenuti 33. Alcuni sono semplici e molto brevi, altri più lunghi e complessi. Tra i più noti si ricordano l’Inno ad Apollo, l’Inno ad Ermes, l’Inno ad Afrodite e l’Inno a Demetra. La Batracomiomachia cioè La battaglia delle rane e dei topi, è la narrazione, in tono scherzoso, di una guerra tra animali. L’operetta piacque molto a Leopardi che ebbe modo di tradurla ben tre volte con aggiunta di un seguito con allusioni ai tempi da lui vissuti. Del Margite, il cui protagonista è uno sciocco, ci sono pervenuti pochissimi frammenti. Infine gli Epigrammi. Sono brevi composizioni per la maggior parte insignificanti. Di un certo rilievo sono La Fornace e Il Ramo d’ulivo. In conclusione si tratta di opere molto varie tra di loro per stile e valore poetico. La loro attribuibilita’ ad OMERO è pressoché nulla e risponde ad interpretazioni sovente di comodo andate ad affermarsi nel corso dei secoli. Tuttavia queste operette, assolutamente non accostabili all’Iliade e all’Odissea, danno l’idea di una poesia che avvince e talvolta fa sorridere per la grazia popolaresca dei suoi versi che descrivono con grande semplicità situazioni fiabesche e surreali, amori divini, parodie di guerre combattute tra animali.

Domenico Intini