L’altra vista

Vile un pensier mi dice: Ecco il bel frutto
Del tuo cercar le dotte carte: ir privo
Sí della luce, che il valor visivo
Giá piega l’ale alla sua sera addutto.
Se l’acume, io rispondo, è giá distrutto
Della veduta corporal, piú vivo
Dentro mi brilla l’occhio intellettivo
Che terra e cielo abbraccia, e suo fa il tutto.
Cosí mi spazio dal furor sicuro
Delle umane follie, cosí governo
Il mondo a senno mio re del futuro.
Poi sull’abisso dell’oblio m’assido:
E al solversi che fa nel nulla eterno
Tutto il fasto mortal, guardo e sorrido.

 

Vincenzo Monti