Corinna, originaria di Tanagra in Beozia, visse tra la fine del VI secolo e la prima metà del V secolo a.C. Secondo la tradizione Pindaro sarebbe stato un suo allievo oltre che rivale. Caratteristica di questa poetessa, sembra peraltro non molto apprezzata dagli antichi, era il suo modo di poetare. Scriveva nel dialetto della sua terra: la Beozia. Da frammenti pervenuti può dunque vedersi che si rivolge con stile semplice alle contadine della Beozia per le quali canta “favole di vecchierelle”. I frammenti inizialmente pervenuti riguardavano essenzialmente saghe beotiche. Successive ricerche hanno portato alla luce un piccolo frammento del carme ORESTE, nonché lunghi frammenti di due carmi. Il primo: LA GARA TRA L’ELICONA ED IL CITERONE, una gara di canto tra i due monti della Beozia. Giudici della gara erano gli dei. Il secondo: LE ASOPIDI. Corinna canta di un indovino che predice ad Asopo la sorte delle sue nove figlie. Alcune saranno amate da Zeus, altre da Posidone, da Apollo e da Ermes. Tutte daranno alla luce dei bambini che diventeranno valorosi eroi. Sono tutti poemetti semplici che conservano il sapore della saga popolare.
D. Intini