Questo libro, prima di essere un romanzo, sembra essere la sceneggiatura di un film… perché si, la vita di Artemisia Gentileschi ha tutte le carte in regola perché essere un film. Il romanzo racconta la storia di questa importante figura artistica vissuta nel 1600. La cosa singolare è che la lettura parte che la protagonista è già una giovane donna alle prese con i primi approcci con quella che sarà la sua passione e ragione di vita: la pittura! Ci sono poche menzioni alla sua vita da bambina, come dei flash per dare giustamente un quadro completo della sua vita. Molto interessanti sono stati i momenti durante la lettura dove la mano e il cuore di Artemisia davano vita ai suoi quadri perché le opere vengono raccontate man mano che prendono forma e colore. Artemisia fu una donna un passo più avanti al suo tempo, emancipata e dalla mente vivida. Con un passato macchiato alle spalle, le difficoltà e le umiliazioni erano per lei un’abitudine ma ciò non ha permesso alla sua natura di sbocciare e lasciare la sua impronta nei secoli a venire. Particolarmente interessanti sono stati i suoi pellegrinaggi di città in città per affermarsi come pittrice. È un romanzo dalla struttura semplice, che cattura l’interesse perché il personaggio raccontato è pregno di interesse. Ogni volta che era alle prese con una nuova opera andavo a cercare il quadro per ammirarlo e trovare quei particolari che il racconto regala, una volta è il volto della modella scelta, un’altra volta il colore del tessuto che dipingeva. Sicuramente il merito principale di questo romanzo è appunto questo, permette di conoscere l’arte di questa pittrice a tutto tondo. Ho avuto la sensazione che l’autrice del libro abbia caricato un po’ più del dovuto la parte romanzata ma nel complesso è stata una lettura gradevole e interessante.
Anastasia Pisani