La preziosa e terribile testimonianza di Elie Wiesel – nato in Romania, superstite dell’Olocausto – che ci narra la sua storia, quella di un adolescente che nel 1944 prima viene confinato in un ghetto e poi deportato a Auschwitz. “Non era né il tedesco né l’ebreo a regnare nel ghetto: era l’illusione.” Una cronaca cruda, viva e vera del suo vissuto, un resoconto sconvolgente e spietato, il racconto di un giovane ragazzo ebreo che con le parole disegna gli inferi dell’umanità. “Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte.” Si resta immobili, attoniti, sbigottiti di fronte all’orrore, alla bestialità, alla mancanza di sensibilità, all’assenza di umanità. Ci rimane solo la consapevolezza e un dovere: quello di non dimenticare. Mai. Un piccolo capolavoro nel suo genere da leggere e rileggere, consigliato a tutti, soprattutto nelle scuole dove si possono creare spunti di riflessione e sessioni di approfondimento. Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

Traduttore: Daniel Vogelmann
Editore: Giuntina
Edizione: 21
Anno edizione: 2007
In commercio dal: 1 aprile 1995
Pagine: 112 p., Brossura
  • EAN: 9788885943117
Libri di Elie Wiesel
Scrittore e giornalista statunitense di origini ebraico-ungheresi, nato a Sighetu nel 1928 e morto a New York nel 2016.
Sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald, dove perde i genitori e la sorella minore, nell’aprile 1945 viene assegnato a un orfanotrofio francese.
Dopo gli studi di filosofia alla Sorbona si dedica al giornalismo.
La prima prova letteraria è un lungo racconto della sua esperienza nei lager, scritto in yiddish e pubblicato in Argentina nel 1955; consigliato da Mauriac (con cui instaura una profonda amicizia) ne ha affronterà poi la riscrittura in francese, dando vita a uno dei capisaldi della letteratura dell’Olocausto, La notte (1958): in una prosa scarna e frammentata, il romanzo descrive il sovvertimento di ogni valore umano, fisico e spirituale, la «notte» appunto, della razionalità e della fede nell’anima individuale e dell’intero genere umano. Cittadino statunitense dal 1963, insegna all’università di Boston e ottiene molti riconoscimenti di prestigio, tra cui il Nobel per la pace (1986), per il messaggio di umanità e speranza trasmesso dalle sue opere.
Sulla Shoah, i pogrom e i campi di concentramento staliniani è incentrata la sua vasta produzione, sia narrativa (L’alba, 1960; Il giorno, 1961; La città della fortuna, 1962; Ebrei del silenzio, 1966; Il testamento di un poeta ebreo assassinato, 1981; Dopo la notte, 2003; La danza della memoria, 2006; Le due facce dell’innocente, 2008; Rashi. Il grande commentatore, 2009; A cuore aperto, 2011), sia teatrale (Il processo di Shamgorod, 1979). È anche autore di numerosi saggi storici, politici e di esegesi biblica (il ciclo delle Celebrazioni, pubblicate in diversi volumi dal 1972 al 1998).