Ha perso tutto, il signor Linh. La sua famiglia non esiste più: solo Sang diu, la nipotina appena nata, è rimasta a legarlo al passato e a spingerlo a cercare un futuro da profugo, lontano dal suo amato Vietnam. Vorrebbe lasciarsi andare, il signor Linh, ma i grandi occhi neri di quella bambina, che non piange mai, gli danno la forza di andare avanti, di lottare, di credere di avere ancora un domani. Un triste sguardo sul nostro mondo, che ha perso la capacità di godere delle piccole cose, ma anche un’accusa alle strutture assistenziali, preoccupate solo di trovare una sistemazione materiale ai loro assistiti, senza curarsi del loro benessere psicologico e sociale. Ma, soprattutto, questo è un romanzo sensoriale: suoni, odori e colori danno emozioni più forti e profonde di quanto possa fare la parola, senza ambiguità o freddi intellettualismi. Una narrazione sussurrata e poetica che conquista ed emoziona dalla prima all’ultima pagina.
recensione di Patty Barale