Agata Padellani è una delle giovanissime figlie del maresciallo Peppino Padellani di Opiri, il quale ha servito fedelmente il re delle due Sicilie. Agata è innamorata, ma la famiglia di lui contrasta il legame tra i giovani, i quali, pur costretti a incontri fugaci e segreti, sono convinti di riuscire a realizzare il loro progetto matrimoniale. Ma la morte improvvisa del maresciallo Padellani cambia tutto. La famiglia di Agata, nonostante il titolo nobiliare e la lunga carriera al servizio del re, è ormai povera e non c’è altra soluzione che imbarcarsi per Napoli. La nuova vita di Agata sarà tormentata dall’imposizione della madre: Agata deve diventare monaca di clausura; non esiste possibilità di raggranellare una dote adeguata per il matrimonio e tutta la famiglia è mal tollerata dai ricchi parenti napoletani. Agata entra in convento e rimane sotto l’ala protettiva della zia badessa, ma si ribella contro questa imposizione. Non ha mai avuto la vocazione religiosa, ha sempre sognato una famiglia, dei figli…Chiusa in convento non può interessarsi alla situazione politica del paese, non può avere contatti con la famiglia e passa da momenti di inattività, ad altri in cui si impegna per riuscire a svolgere i propri compiti all’interno del convento. L’unico legame esterno è con l’inglese James Garson, che le invia libri da leggere. Ma questi non fanno altro che accrescere l’inquietudine della ragazza e far nascere nel suo cuore nuovi sentimenti. Non è sicuramente un grande capolavoro della letteratura contemporanea, ma si legge volentieri. Gli eventi della vita di Agata e della sua famiglia si mischiano a quelli storici del Risorgimento italiano. Sono sicuramente ben espressi i tormenti della giovane protagonista, che è costretta a reprimere i suoi sentimenti, i suoi sogni di libertà e i suoi interessi verso la politica, la letteratura e la musica. Devo ammettere che non ho apprezzato per niente il finale così sdolcinato. L’autrice avrebbe potuto inventarsi qualcosa di meglio…
Anto Spanò