Tutti conosciamo a grandi linee la storia della monaca di Monza, se non per aver letto “I promessi sposi”, almeno per averlo studiato sui banchi di scuola. Ma la Gertrude del Manzoni ha un nome e un cognome: Marianna de Leyva, poi divenuta suor Virginia Maria nel monastero di Santa Margherita a Monza. Gervaso in questo libro ricostruisce tutta la storia della donna, dall’infanzia alla morte. Marianna era la figlia del feudatario, di origine spagnola, di Monza. Rimasta orfana di madre in giovane età, cresce insieme ad una zia, che le inculca con la forza la dottrina cristiana. Ignorata dal padre, la fanciulla non conosce il mondo ed il suo destino è già stato scritto: un giorno diventerà badessa. Sottomessa alla volontà familiare, Marianna prende i voti e diventa suor Virginia, una donna algida e prepotente, la quale intreccia una relazione amorosa con Gian Paolo Osio tra le mura del convento e con la complicità delle altre suore, le quali non osano mettersi contro la Signora di Monza. Questa relazione dura per ben 10 anni e Virginia metterà al mondo due figli, ma non proverà mai amore per Gian Paolo, né per l’unica bambina sopravvissuta. Al contrario Gian Paolo, seppur abbia iniziato questa relazione per puro gusto del proibito, sarà legato fino alla morte alla donna, tanto da compiere tutta una serie di orrendi delitti e da sacrificare la sua stessa vita tornando in una terra da cui era bandito, solo per conoscere il destino della sua amante. Alla scoperta della tresca tra i due, dei delitti e delle connivenze dei complici, si apre un processo che culmina con la condanna alla prigionia dentro una stanzetta murata, all’interno della quale sembra che davvero Virginia, alla fine, abbia trovato la fede, grazie a penitenze, digiuni e continue preghiere.
recensione di Anto Spanò