“Figlia di un famoso rabbino, Perele deve trovare uno sposo degno del suo rango. Ma il brillante fidanzato Moshe Mordechai, un genio del Talmud, la respinge poco prima delle nozze. Perele sposa allora un giovane di buon carattere ma di modeste ambizioni che si accontenta del suo ruolo di rabbino in una piccola città. Anche dai figli ha poche soddisfazioni e dunque, una volta adempiuti i doveri materni che la società le impone, e raggiunta la mezza età, Perele partirà al contrattacco per prendersi tutto quello che la vita le ha finora negato e vendicarsi dell’offesa subita dal fidanzato di un tempo”.
Un bel libro e ben scritto. Molti vocaboli in yiddish, ma alla fine del testo vi sono una decina di pagine contenenti un glossario con traduzione dallo yiddish.
È il ritratto di una donna di potere che vuole riprendersi ciò che la vita le ha negato.
Perele, per raggiungere il suo obiettivo, non esiterà a manipolare con freddezza e determinazione quanti la circondano.
L’autore è Chaim Grade (Vilnius 1910 – New York 1982) di vasta popolarità negli Stati Uniti ma sconosciuto nel nostro Paese.
Un autore da leggere con rispetto.
Lo consiglio caldamente.
Daniela Ceccotti