Un paesino ameno, indefinito del nord Europa, un giorno subisce un’invasione di soldati con l’intenzione di occupare la cittadina e la sua maniera carbonifera. Fin da subito si rileva una lotta impari tra chi possiede armi ed una popolazione inerme intenta nonostante tutto ad organizzare una resistenza. Il battaglione è guidato dal pragmatico colonnello Lanser, la comunità ha come riferimento il sindaco Orden di elevata figura morale ed intellettuale. Questo romanzo è un esempio eclatante dove la trama non è ammaliante, è secondaria e subordinata principalmente dal messaggio che l’autore vuole comunicare. Luoghi, personaggi ed ambientazione non sono molto descrittivi. Una particolarità insolita in Steinbeck, maestro nei suoi romanzi di raccontare ed esaltare le piccolezze, a delineare minuziosamente i suoi interpreti letterari. Questa “deviazione”di stile non è stata una scelta a caso dello scrittore statunitense ma una volontà ponderata per sottolineare unicamente il suo “grido” dell’inefficacia della guerra. È un’opera antibellica, dove non c’è distinzione tra oppresso e oppressori. I soldati stessi non comprendono il motivo delle loro azioni, cercano strenuamente empatia e solidarietà con la popolazione occupata, ma sono continuamente combattuti con gli obblighi e gli ordini militari. Ho letto casualmente La luna è tramontata, qualche giorno prima dello scoppio bellico in Ucraina. Non conoscendone anticipatamente la trama e più per amore di Steinbeck, questa lettura mi ha permesso maggiormente di riflettere sull’ inutilità della guerra, decisa non dai popoli ma da pochissime persone che ne determinano le sorti.

Antonio Martino