Gradevolissima e ironica questa novella di Pirandello, che vede contrapposti l’avaro e attaccabrighe proprietario terriero, Don Lollò, e l’artigiano Zi’ Dima. Al centro della vicenda ovviamente una preziosissima giara per l’olio che, nonostante la cura con cui è stata maneggiata, si spacca inspiegabilmente. Don Lollò convoca l’artigiano Zi’ Dima affinchè l’aggiusti in fretta, visto che la raccolta delle olive è in pieno svolgimento. Zi’ Dima è famoso per il suo miracoloso mastice a prova di martello, ma Don Lollò non si fida e pretende una tecnica più classica e collaudata. L’artigiano lo accontenta, seppur con poca voglia, ma, stoltamente, si sigilla dentro la giara. E adesso? Come si può liberare il prigioniero senza rompere la giara? Davvero divertente questa paradossale situazione in cui l’attaccamento alla roba la fa da padrona, mi sa che è proprio arrivato il momento di scoprire l’opera del mio conterraneo.
recensione di Anto Spanò