Ambientato a Umizza, paese immaginario dell’Istria, narra le vicende familiari dei suoi abitanti. Il personaggio principale è Benedetto che per sfuggire alla Grande guerra scappò in America. Al termine del conflitto tornò a casa. Per l’intera comunità Benedetto rappresentava un personaggio fuori dal comune ma anche una grande personalità, perché aveva vissuto tanti anni in America e soprattutto perché si guadagnava da vivere non lavorando la terra come la maggior parte dei suoi concittadini, ma facendo lo scultore. L’ Istria è una regione dove vivono molteplici popoli e culture di estrazioni diverse, per le differenti denominazioni subite nella Storia. A Umizza vivono in modo pacifico famiglie di origine austriache, slave e italiane, ognuna con proprie lingue tradizioni e difformità. L’ avvento e la fine della seconda guerra mondiale, il nazismo prima e il comunismo dopo, causerà lacerazioni e divisioni, rapporti familiari e d’amicizia termineranno in nome del credo politico. La paura della politica di slavizzazione di Tito dell’intera Istria, costringerà migliaia di Italiani ad affrontare l’esilio ma molti altri saranno “infoibati”. È un romanzo che racconta la drammaticità di una comunità ma che con il susseguirsi delle pagine il lettore avrà anche la possibilità di conoscere la Storia dell’Istria: dall’ immigrazione di popoli asiatici, all’avvento e alle conseguenze della peste, fino ai giorni d’oggi. Al termine dell’opera è presente un’interessante postfazione dello storico Gianni Oliva che descrive i vari eventi storici politici che il popolo istriano ha dovuto subire.
Antonio Martino