“Per un momento indugiò a bearsi in questa prospettiva. Ma l’esperienza le aveva insegnato che era inutile fare progetti. La vita s’incaricava sempre di scompaginarli.” Ho trovato per caso una recensione di questo romanzo di Cassola diversi mesi fa e da allora mi sono impuntata per leggerlo. Trovarlo è stato più complicato: non esiste in un’edizione recente, per cui ho dovuto farmi spedire questa copia del 1977 (anno della pubblicazione del romanzo). Non che mi dispiaccia leggere libri vecchi… “La disavventura” è ambientato nel secondo dopoguerra a Volterra. Cori, in età da marito, dopo la morte del padre vorrebbe fidanzarsi con un aristocratico per riscattare il nome della famiglia materna e migliorare le condizioni di indigenza in cui vive insieme alla madre. Le sue intenzioni cambiano quando conosce un sergente meridionale che per un periodo vive in casa loro come inquilino. A quel punto, nonostante le origini dell’uomo, Cori si innamora di lui che le fa una corte spietata. Rimane incinta e si sposano ma purtroppo il finale non sarà “e vissero felici e contenti”. La protagonista è un personaggio molto contraddittorio: a volte fredda e calcolatrice, altre sognatrice e romantica. È in perenne conflitto con la madre che si lascia dominare dal suo caratteraccio. A tratti si rivela antipatica, eppure la sua storia appare sempre molto vera e vicina. Il realismo di Cassola si presenta anche nello stile. Da segnalare i discorsi a volte ripetitivi tra i protagonisti che rendono in alcuni punti la narrazione un po’ lenta.

 

Alessandra Micelli