Il secondo volume del ciclo dei Rougon-Macquard è dedicato a tre dei figli di Pierre Rougon, i tre che vivono a Parigi: Aristide, Eugène e Sidonie. In realtà il protagonista per eccellenza è Aristide che, per far cadere nel dimenticatoio la sua parentesi repubblicana e non mettere in imbarazzo il fratello ministro, cambia il cognome in Saccard. Aristide è un arrivista, il suo unico obiettivo è quello di raggiungere un’ottima posizione sociale. Grazie al secondo matrimonio con Renate, egli approfitta della dote della moglie per cominciare ad accumulare ricchezza e prestigio sociale. Renate è giovane rispetto ad Aristide, è frivola e i suoi unici piaceri derivano dai vestiti, dalla vita mondana e dai parecchi amanti. Renate è perennemente insoddisfatta, sempre in cerca di nuove emozioni, anche quelle dell’incesto. La donna, infatti, vive una relazione con Maxime, il figlio di primo letto del marito. Maxime è un uomo debole e si lascia trasportare dall’entusiasmo della matrigna e poi dalle macchinazioni paterne. Ma è una relazione che non può certo durare a lungo… I raggiri di Aristide e la fine della relazione incestuosa determineranno il declino della splendida giovane donna! A me piace molto Zola, ma ho trovato questo libro particolarmente prolisso. Con qualche pagina in meno e, soprattutto, qualche ripetizione in meno, si sarebbe rivelato, come tutte le storie uscite dalla penna di Zola, un gioiello della letteratura. 1 like
recensione di Anto Spanò