È la città distinta in sette gironi grandissimi, nominati dalli sette pianeti, e s’entra dall’uno all’altro per quattro strade e per quattro porte, alli quattro angoli del mondo spettanti; ma sta in modo che, se fosse espugnato il primo girone, bisogna più travaglio al secondo e poi più; talché sette fiate bisogna espugnarla per vincerla. Ma io son di parere, che neanche il primo si può, tanto è grosso e terrapieno, ed ha valguardi, torrioni, artelleria e fossati di fuora. (Tommaso Campanella, La Città del Sole)
Campanella descrive una città immaginaria Taprobana, situata in Asia, che risale a una città mitologica risalente nel 290 a.C. Si basa su una struttura cosmologica con sette anelli concentrici che prendono il nome dei sette pianeti, ed è una fortezza irraggiungibile per i nemici, e non è solo parliamo di roba militare, ma le mura rappresentano anche con disegni e scritte vera e propria cultura da imparare per i più piccoli. In questa città le persone vivono in un sistema abitativo rustico identico per tutti, in realtà degli uffuciali devono monitorare che tutti vivano nel identico sistema, senza che alcuni abbiano qualcosa di più di un altro. Il realtà a comandare è un sacerdote che sotto di lui a tre principi, che devono regolare la cultura, l’accoppiamento delle persone, la gestioni degli animali, ecc…..Inoltre la città ha dei formidabili guerrieri, che senza il consenso di tutti non posso uccidere chi infrange le regole….
La città del sole di Tommaso Campanella